Il termine scalogno deriva da Ascalon, il nome della città in Palestina che pare aver dato i natali a questo vegetale.
Il suo utilizzo in cucina iniziò a diffondersi nel Rinascimento, grazie al successo che incontrò soprattutto presso la corti aristocratiche.
Ortaggio della famiglia delle Liliacee, come l'aglio e la cipolla, lo scalogno di Romagna non subisce trattamenti che non siano naturali: per la sua coltivazione non si ricorre a fertilizzanti chimici o a fitofarmaci, al fine di preservare le caratteristiche identificative del prodotto e difendere
l'ambiente in cui cresce.
Si coltiva su terreni ricchi di sostanze nutritive, soleggiati e adeguatamente drenati.
La semina avviene nei mesi invernali, mentre la raccolta si effettua in estate; lo si trova in commercio da luglio in poi.
Si conserva in locali freschi, asciutti e arieggiati. E' preferibile non tenerlo in frigorifero per troppo tempo, ma consumarlo poco dopo l'acquisto.
In cucina
Lo scalogno di Romagna è molto versatile e sono numerose le ricette che ne prevedono l'utilizzo. E' usato spesso nella preparazione di salse, sughi, soffritti, ripieni, farciture e per insaporire carni bollite e stracotti.
Zone di produzione:
province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna.
Dal sito:
http://www.romagnamania.com/ricette_rom ... na_IGP.asp