Cri, l'apporto calorico del vino in cottura è minimo ed è dato dal fatto che
contiene anche zuccheri, costituiti principalmente da glucosio e fruttosio, che vengono fermentati dai lieviti naturalmente presenti nel mosto con produzione di alcol; quando la fermentazione è terminata gli zuccheri non sono più presenti o si ritrovano in tracce....che aumentano a nei vini dolci....quindi usare vini secchi.
Per quanto riguarda l'uso del vino in cucina, la situazione è diversa e va valutata alla luce dei fenomeni che avvengono quando si porta il vino ad alta temperatura.
L'alcol è una sostanza volatile (nel vino è la sostanza che veicola gli odori e gli aromi che percepiamo), aumentando la temperatura del vino aumenta la quota di alcol che evapora nell'unità di tempo. Portando il vino ad ebollizione si massimizza la velocità di evaporazione dell'alcol, fino a renderla quasi totale. Nel caso dell'utilizzo del vino in cucina, lo scopo è proprio quello di far evaporare tutto l'alcol e di trasferire al piatto solo gli aromi e i sapori del vino. Per velocizzare questo effetto si versa il vino all'inizio della cottura, quando è l'unico liquido presente, e si lascia evaporare velocemente a fiamma alta.
Se , invece si versa in presenza di altri liquidi e non si fa evaporare tutto a fiamma alta e velocemente, ne rimane nell'alimento (che ha fatto a tempo ad impregnarsi) e nel fondo di cottura.
Ma ribadisco:sono quote caloriche per niente significative! D'altro canto, si può anche introdurre un bicchiere di vino ai pasti....basta calcolare la quota calorica: o un bicchiere di vino o una fettina di torta margherita