postato da Pussycat
Camellia
Famiglia: Ternstroemiaceae
Tipologia: albero/arbusto, sempreverde
Esposizione: mezz'ombra
Propagazione: seme, talea, margotta
Cultura: non facile (ma dipende dalle zone)
Genere di oltre 80 specie di piccoli alberi ed arbusti sempreverdi, rustici, originari dell'India, della Cina e del Giappone. Il fogliame è di colore verde scuro, lucido, leggermente cuoioso; durante i mesi freddi dell'anno producono numerosi fiori abbastanza grandi che vengono suddivisi in vari gruppi a seconda della forma (singoli, semidoppi, ad anemone, a peonia, doppi formali e doppi irregolari). La più diffusamente coltivata à C. japonica, che fiorisce da gennaio fino all'inizio della primavera, insieme a C. sasanqua, con fiori meno vistosi, che sbocciano in dicembre-gennaio. Coltivate da centinaia di anni anche in Europa, esistono numerosissimi ibridi. I fiori delle C. hanno colore rosa o banco, ma esistono alcune varietà a fiore rosso e pochissime varietà a fiore giallo; in genere le piante di camelia alternano anni con fioriture eccezionali ad anni con pochi fiori. Le C. sono molto longeve, e con il passare degli anni possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, fino a 6-7 metri di altezza.
La storia
Giunse in Europa solo all'inizio del XVIII secolo, nonostante gli intensi traffici commerciali con l'Asia, ma veniva coltivata in Cina già molti secoli prima: narra la leggenda che nel 1516 a.C. un principe e mistico indiano chiamato Dharma o Daruma visitò la Cina per istruire gli indigeni sui doveri della religione. Una volta, mentre era immerso nelle sue meditazioni, fu vinto dal sonno e per espiare questa colpa si tagliò le folte sopracciglia e le gettò a terra. Esse radicarono, germogliarono e si trasformarono nella pianta da tà, che non à altro che la C. sinensis, che ha proprietà di stimolare la mente e tenere svegli: così entra nella storia la prima C.
Anche l'importazione in Europa ha la sua leggenda, e forse non lo à nemmeno troppo: essa narra di come i cinesi avessero ingannato gli europei che volevano esportare la pianta del tà, sostituendo furbescamente alla C. sinensis le C. da fiore, per impedire che il loro prodotto più prezioso fosse coltivato altrove. Fu quindi introdotta in Inghilterra prima del 1739 da un certo capitano Goff della East India Company, perduta a causa dell'ignoranza di un giardiniere e quindi reintrodotta più tardi, nel 1768, anche se la fama della C. japonica, quale pianta da fiore cinese e giapponese, precedette comunque la sua introduzione.
Il primo importatore della C. non fu, come à stato da diversi creduto, il padre gesuita Georg Joseph Kamel, Camellus, Camello o Camelli (1661-1706), al quale si ispira il nome della pianta: Linneo chiamò così la Tsubaki (la C. japoinica) solamente per un atto di omaggio verso un uomo che si era reso meritevole per la sua attività nel campo botanico.
La prima C. a giungere in Italia fu la C. celebratissima del Reale Giardino di Caserta, e a Firenze furono coltivate per la prima volta nel 1794 nel giardino di un certo Leopoldo Galli.
La C. japonica ha fatto nel tempo la parte della protagonista, apprezzata per i fiori simili a rose, ma bistrattata perchà© non profumata. Non meno belle però sono la C. sasanqua (da sozankwa) e la C. oleifera (così chiamata per i semi oleosi, per i quali veniva coltivata) i cui fiori secchi vengono tutt'oggi usati dai cinesi per profumare il tà, come i fiori di gelsomino del resto. Hanno infatti un aroma fresco e sottile, sia i fiori che le foglie, se strofinate fra le dita.
à? una pianta un po' delicata, ma assai più adatta ai nostri climi che non a quello dell'Inghilterra: col tempo si sono ottenute diverse varietà divenute assai più rustiche e coltivabili.
Come si coltiva
Ecco le regole principali per coltivare con successo la C.: buona fognatura (terreno ben drenato e permeabile), umidità costante ma senza esagerare (l'eccesso ha spesso esito fatale per le piante, causando marciume alle radici), terriccio sciolto e acido, e protezione da sole troppo forte e vento troppo violento (anche se un po' di movimento d'aria viene molto apprezzato). Resiste a temperature fino a 12-13° sotto lo zero; in Italia, quindi, resiste praticamente dappertutto. Quanto al sole, le C. provenienti da vivai, che sono quelle che coltiviamo nei nostri giardini, hanno sviluppato una maggiore resistenza, come à dimostrato dall'ispessimento delle foglie che, rispetto alle selvatiche, hanno acquistato anche una colorazione più scura. Anche nelle metropoli e nelle zone più calde, una C. non potrà che soffrire nella fornace di un terrazzo esposto al sole d'agosto, ma se portato al pianterreno, in un giardino protetto dalle chiome dei Pini, dove molti altri fiori non riescono a prosperare a parte forse Ortensie, Rododendri e Azalee, le C. staranno magnificamente.
Sono piante dalla lentissima crescita, e di lunghissima età : ci sono esemplari che per misurare 15 metri di altezza hanno impiegato 300 anni.
La premessa se volete comprare una C., à di non badare a spese: rivolgetevi sempre a vivai specializzati e di fiducia, garantiti. Scegliete piante che non siano state coltivate troppo a lungo in vasi troppo piccoli: lo sviluppo radicale troppo aggrovigliato e fitto ne comprometterebbe per sempre lo sviluppo.
Se desiderate coltivarla in vaso, mettete sul fondo del vaso 2 dita di frammenti di coccio e 2 di ghiaia non troppo fine, o un buono strato di argilla espansa, riempite con terra composta di un miscuglio di torba, terra di foglie e argilla sabbiosa, o per lo meno un terriccio per acidofile di ottima qualità , facendo una bella buca, appoggiando la pianta al centro e lasciando, una volta che la buca sarà riempita, che la corona delle radici sporga al di sopra del terreno di 5-7 cm: la pianta andrà 'a livello'