Focaccia "indigena"

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Focaccia "indigena"

Messaggiodi silvia » 17/09/2008, 10:54

Focaccia "indigena"

Postata da Silvia

Focaccia ? lievito di birra ? olio

Per due teglie piccole, o una grande:
550 gr. farina 00
1 bicchiero olio di oliva
25 gr.lievito di birra fresco
250 gr.acqua
Sale grosso e sale fino

Sciogliere il lievito con l?acqua tiepida ed impastarlo con la farina.
Aggiungere due pizzichi di sale fino e mezzo bicchiere di olio evo.
Mettere la pasta in una ciotola infarinata e lasciarlea livitare per un?ora.
Lavorare energicamente la pasta e poi stenderla in una placca da forno ben oliata: usare la punta delle dita per distribuirla fino ai bordi. (altezza focaccia un centimetro abbondante)
Versare sopra il restante olio e schiacciare energicamente la superficie con la punta delle dita per ricavare tante fossette; salare con il sale grosso.
Coprire la pasta con un canovaccio e tenere la teglia ad una temperatura di circa 22°, per un?ora, per la seconda lievitazione.
Preriscaldare il forno a 230°, Infornare la focaccia per circa 25 minuti.
Non sarà molto morbidosa, sarà piuttosto croccante, ma qui la fanno anche così.

stesa, dopo la prima lievitatura:
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pronta per essere infornata:
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in tavola:
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Ultima modifica di silvia il 18/09/2008, 14:26, modificato 1 volta in totale.
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Messaggiodi luisa » 17/09/2008, 10:56

perchè la chiami indigena?
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Messaggiodi Aurelia » 17/09/2008, 11:09

Luisa...penso che sia una focaccia nativa del posto...
mi sbaglio Silvia?

Dimmi Silvietta adorata...si può mangiare farcita
di goduriosi affettati?
Se si...ho trovato la merenda per i ragazzi a scuola...*bacio
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Messaggiodi silvia » 17/09/2008, 14:09

si si sii, perchè è quella che fanno a Porto Vado!!!! *superlol

e certo che la puoi farcire, gnammmmmmmmmmmmmm
anche se questa mi è rimasta un pò bassina.....

Luisa, questa la faccio in alternativa alla tua che è qui
Aurelia sono tutte e due goduriosissime sia farcite che così *si
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Messaggiodi Cristina » 17/09/2008, 15:42

Rivisto anche l'altra. Appetitose, non c'è che dire. Ma voi come utilizzate prevalentemente la focaccia? Coi salumi va bene, e poi? E' tipica del pranzo o della cena? Mi sa di cibo di strada, ma forse mi sbaglio, e quello ha una sua tradizione unica come ad esempio il nostro panino con panelle e crocchè mangiato a colazione (e non inorridite).
Insomma fatemi capire di piu sulla famosa focaccia ligure. Grazie! :)
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Messaggiodi line » 17/09/2008, 17:31

bella foccacia silvia perfetta per il pic nic bravaaaaaaaaaaaaaaaaaa *adoro
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Messaggiodi silvia » 17/09/2008, 19:46

io non inorridisco certo! *adoro
la focaccia ligure...si mangia così com'è..i ripieni vari vengono fatti a casa, da chi eventualmente li gradisce, o in qualche panificio con annessa salumeria...
questo può darti un'idea di quel che è per noi liguri: la focaccia...
(dal web):

Signori, vi presento la focaccia

di Placida Signora

Tutta pinn-a d?ombrisalli
ùmia d?eûio de Dian,
pe-i scignuri e pe-i camalli?
(Costanzo Carbone)


Tutta piena d?ombelichi,
umida d?olio di Diano,
per i signori e per i facchini?



Per i genovesi la focaccia classica, quella all?olio, è un mito, un simbolo della città esattamente come la Lanterna. (come pure per la Liguria tutta)
La focaccia è sempre stata la prima colazione di chi si svegliava all?alba; lo è tuttora per molti, anche per chi si sveglia più tardi: e assaporare lei, condita di olio e sale, pucciata nel caffelatte è una sensazione speciale.
Segue l?uomo dalla prima infanzia: a Genova le mamme danno ai bambini piccolissimi un pezzetto di focaccia da mangiare, anche se sono completamente privi di denti; fa bene alle gengive e stimola la detizione meglio del ciuccio.
Un etto di focaccia è la colazione che gli studenti, da generazioni, fanno prima di entrare a scuola; un etto di focaccia è lo spuntino degli scolari nell?intervallo delle lezioni; un etto di focaccia è l?aperitivo che i ragazzi consumano nel tragitto scuola-casa. Poi a casa, a pranzo, non mangiano perché sono inappetenti e le mamme si preoccupano. E infine un etto di focaccia appena sfornata è la merenda delle ore cinque, come il tè degli inglesi.
Ci fu un tempo, intorno al 1500, in cui veniva consumata persino in chiesa durante i matrimoni, al momento della benedizione degli sposi; un modo goloso per esprimere la gioia di una nuova unione che si sperava feconda.
Però l?amore per questo cibo nei riti religiosi prese un po? la mano ai cittadini, tanto che ne facevano scorpacciate in chiesa persino durante i funerali; e al funebre odore dell?incenso e dei ceri si mescolava quello allegro e oserei dire sensuale della focaccia, alle meste preghiere il ruminare soddisfatto dei fedeli.
Il vescovado minacciò scomuniche a chi avesse continuato a mangiar focaccia in chiesa e l?usanza terminò, ma scommetto a malincuore.
Il profumo della focaccia può far commuovere sino alle lacrime un ligure che viva lontano da casa; non è il solito profumo di pane: è il profumo di focaccia, tutto diverso, unico.
La focaccia può ispirare pensieri sublimi e poetici anche a chi ha l?anima di coccio.
E non credo esista persona al mondo che non ami la focaccia; basta assaggiarla una volta, per innamorarsene.
Vittorio G. Rossi, il grande giornalista scrittore nato a Santa Margherita, in Maestrale (Mondadori, 1976) così scriveva:
?Essa è la nostra focaccia ligure, niente a che fare con le pizze cosparse di condimenti; essa è una delle cose più semplici che ci sono, semplice come l?acqua di sorgente; è pasta di farina, sale e olio; è cotta nel forno su una lamiera di ferro triangolare; ha lo spessore di un dito mignolo, anche di meno; con le punte delle quattro dita di una mano e le quattro dell?altra, il fornaio la ricopre di buchi; in essi si raccoglie l?olio d?oliva come le lacrime di un pianto, ma è un pianto di gioia.
La focaccia bisogna mangiarla appena esce dal forno; allora brucia le mani, ha tutto il suo olio vivo e sano e caldo, e bisogna mangiarla camminando lentamente, come se si pensasse alla fondazione del mondo; e non si deve pensare a niente, solo alla focaccia che si sta mangiando.
E se si è in vista del mare, è meglio ancora: la focaccia allora si condisce anche di mare.?
...non ci posso credere!!!....
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Messaggiodi Cristina » 17/09/2008, 20:34

Grazieee!!! Lo sentivo che per voi era un'istituzione, direi quasi piu importante di quanto sia per noi il nostro pane e panelle, che trovi fino all'ora di pranzo e poi basta (a meno che non chiedi al ristorante delle panelle fritte come antipasto).
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Messaggiodi emsa » 18/09/2008, 7:50

Grazie Silvia!! Mi hai offerto un bellissimo scorcio della tua regione e dei suoi abitanti, regione di cui, a dire il vero, non conosco ancora le tradizioni e le abitudini. :)
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Messaggiodi luisa » 18/09/2008, 10:52

la focaccia a colazione!!!!!!! è verissimo!!! mi ricordo che da ragazzina... andavo a Ceriale vicino al Bastione a comprare la focaccia!!!! mi ricordo ancora il profumo di quel negozio... che sogno... e il buono della focaccia... rotonda alta e piena di "ombelichi" ed estremamente... UNTA... ma solo lì la si può mangiare... portata a milano .... non era più la stessa cosa... il profumo del mare... e perchè no... delle creme solari che innondavano la passeggiata a mare... la rendono unica... volete mettere addentare un pezzo di focaccia e intanto guardare il riflesso del sole sulle onde... a milano... no... non si può. *ridolacrime

silvia... non avevo ancora letto tutto il tuo racconto... e mi sono impressionata... devo per forza esser tua figlia!!! proviamo le stesse sensazioni..

scusate poi... ma di un prodotto ... del luogo... non si dice autoctono?
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