Postato da Roberta
Le origini olearie del Lazio si perdono nella notte dei tempi. Le particolari condizioni pedo-climatiche, unite all'eccellente orografia del territorio, hanno da sempre favorito la diffusione dell'olivo. La storia ci racconta che lo sviluppo dell'olivicoltura avvenne grazie all'intervento delle molte popolazioni che hanno abitato la regione. A nord, nella Tuscia furono gli insediamenti etruschi a favorire la coltivazione di questa pianta e del suo prezioso prodotto, considerato come uno degli alimenti necessari alla vita. Non meno importante l'apporto dei Greci e più tardi dei Romani, che ampliarono la coltivazione e il consumo dell'olio in tutta la regione. à© stato stimato che nella Roma imperiale si consumassero circa 321mila anfore d'olio l'anno, circa 22mila e 500 tonnellate. Una valutazione resa possibile dai numerosi ritrovamenti sul monte Testaccio, situato vicino al porto fluviale chiamato Emporium, dove giungevano i carichi di anfore colme di pregiato olio proveniente da tutto il Mediterraneo. Anfore che, una volta svuotate, venivano rotte e depositate dando origine al monte detto "dei cocci'