Postata da marla29
E' un gioco della tradizione di Vittorio Veneto: si gioca il giorno di Pasqua, a Pasquetta e nelle settimane successive con le uova sode: ogni giocatore ha il suo, col guscio decorato e lo fa rotolare giù dal bordo della conca per colpire un uovo avversario. In premio si ottengono dei punti o dei soldi. L'uovo colpito viene tolto dal campo e se à© troppo ammaccato... lo si mangia! Vince chi resta con le sue uova intatte o chi ha guadagnato più soldi.
Come e dove viene costruita la righèa.
Preferibilmente si colloca la righàa in un luogo riparato (portico o tettoia) per evitare gli inconvenienti della pioggia, non improbabile in questa stagione, che comprometterebbe e disturberebbe sia la preparazione del manufatto sia il gioco stesso.
Si fa provvista di terra, grossi sassi, zolle erbose , sabbia e creta. Prende forma un grande biliardo ovale e concavo, leggermente sopraelevato dal terreno, contornato all'ingiro da un bordo rialzato come sponda di contenimento. A una estremità la forma panciuta ha un collo e una testa rettangolare più alta (zopà l), che, come scivolo di partenza, consente alle uova , una volta lanciate, di acquistare velocità ; in mezzo alla testa c'à un naso in leggero rilievo , che serve a spartire la direzione delle uova lanciate. Essenziale à la scorrevolezza del campo di gioco, affinchà© le uova rotolino regolarmente, e per questo il fondo à costituito da uno strato di creta umida che viene accuratamente stesa e lisciata, magari ricorrendo all'abilità di un esperto nel maneggiare la cazzuola . Poi si asciugherà il tutto con la cenere. Quando l'opera à completata la righàa troneggia in mezzo al borgo come una vera opera d'arte.
Le regole del gioco.
Al primo lancio la distanza dalla sponda determina l'ordine con cui i partecipanti dovranno giocare, a meno che questo si diversamente stabilito, ad esempio con conta o sorteggio. Il giocatore per vincere deve colpire il bersaglio, cioà centrare le uova altrui che si trovano sulla pista. Il proprietario dell'uovo colpito paga la quota stabilita in precedenza, raccoglie il suo uovo e si rimette in turno di gioco.
I modi di lanciare sono: o dalla testa verso il mezzo, o dalla testa verso le sponde; e ci sono le uova apposite, diverse per forma e, conseguentemente, per il loro comportamento in pista: quelle appuntite, dette da banda, cioà di sponda; quelle senza punta, dette da màzo, cioà da mezzo. Grande abilità richiede il lancio del pirolìn, con l'uovo fatto vorticare attorno al proprio asse verticale. Rovinoso invece il lancio in cui l'uovo rotola malamente "ponta e cui" (punta e sedere).
E' vietato di norma far le prove, prima di lasciar andare l'uovo.
Un uovo che ha subito molti colpi ha il guscio tutto ammaccato e screpolato: à ridotto a una zòsa. Sarà consigliabile avere a portata di mano un cartoccio di sale fino, dove tocià r l'uovo per insaporirlo e mangiarlo.
Ogni righàa deve essere fornita di un vincastro (ranzìn), che finisce a forma di cappio, per il recupero delle uova dalla pista, e di un scoatàl (scopetta) per tenere pulito il fondo dagli inevitabili sporchà©z ( rimasugli di uova).
Criteri per giudicare le migliori righàe sono: la forma, cioà quali sono le più grandi e panciute; la scorrevolezza; la pulizia e l'ordine con cui sono mantenute.
Il confronto mette in competizione i vari borghi.