Postata da marla29
Questa tradizione della terra veneta è legata alle popolazioni della zona a sinistra del fiume Piave, nel Trevigiano.
La notte del 5 gennaio si svolge un rituale, una volta avvenimento comunitario e specchio culturale e socio-economico, ora solo spettacolo, che si chiama "panevin". Nei giorni antecedenti tale data viene preparata una grande catasta di rami e sterpi,sostenuta da tre pali, che simboleggiano la Trinità . La notte tra il 5 e il 6 gennaio, un'ora dopo il tramonto, il responsabile del panevin, dopo essersi accertato che familiari, parenti e ospiti siano presenti, accende il grande falò. I presenti, in cerchio attorno al falò iniziano a cantare le "invocazioni" che sono diverse da paese a paese. La nostra dice:
"Che Dio ne dae la sanità del pan e vin
la poenta sul larin
la farina nel fondal
evviva carneval"
traduco:
Che Dio ci dia la sanità (intesa come alimenti buoni e sani) del pane e del vino
la polenta che cuoce nel camino,
la farina nelle madia
evviva Carnevale"
A questa seguono alcune litanie alla Madonna e al Signore con preciso riferimento alla passione di Cristo.
Dalla direzione delle faville che si alzano verso il cielo, i più anziani traggono gli auspici per il raccolto:
"Fuibe verso sera
poenta pien caliera
fuibe verso mattina
ciol su el sac e va a farina"
traduco:
" faville verso ovest
ci sarà polenta da riempire la pentola (ci sarà un buon raccolto)
faville verso est
prendi il sacco e vai a cercare da mangiare ( ovvero vai a carità )"
per festeggiare questo evento, viene servita a tutti i presenti una fetta di "pinza" che à un dolce fatto con una base di farina di mais cotta a polenta e poi impastata con farina 00, fichi secchi, noci e uvetta
accompagnata dal vino nuovo.
Per i familiari e amici intimi segue poi una cena dove si mangia il maiale (che da noi si uccide dopo Natale) e gli insaccati che con questo sono stati preparati, il vino scorre a fiumi, la grappa anche e si gioca a "morra"