Postato da Roberta
Caratterizzata da paesaggi, suoli, climi notevolmente diversi, la Basilicata produce oli altrettanto differenti per qualità e tipicità . Storicamente l'olivo si è diffuso in questa regione grazie ai grandi popoli navigatori che solcavano il Mediterraneo, alla ricerca di nuove rotte commerciali. Soprattutto i Greci approdarono nel Sud Italia, meta ambita per la costituzione di nuove colonie: la Basilicata rappresentava in questo senso non solo un punto di approdo, ma soprattutto una terra di transito e di collegamento per gli scambi con le città a nord della penisola. Anche l'olivo, pianta ricercata per i suoi innumerevoli usi, seguì questi itinerari di passaggio, ma riuscendo ugualmente a mettere radici in questo territorio. Attualmente quello che i Romani chiamavano Lucania à un territorio con una economia in cui l'olivicoltura ha un ruolo importante, volto a sostenere un elevato autoconsumo e, per tradizione, un notevole flusso commerciale verso la vicina Puglia. In Basilicata le zone maggiormente vocate alla produzione olivicola sono quelle del bacino pedemontano del Vulture, con i suoi terreni vulcanici e dove, a causa delle difficili condizioni orografiche, gli uliveti sono di piccola estensione. La Valle del Bradano, quella del Basento, con la zona di Ferrandina, la costa ionica con le vallate affluenti, la costa tirrenica di Maratea e, nella provincia di Potenza, i comuni di Muro Lucano e Vietri di Potenza a ovest del capoluogo. Con una produzione che nella campagna olearia 2000/2001raggiungerà gli 84 mila quintali (dati di previsione Ismea), la Basilicata produce un olio che gradatamente si sta affermando sui mercati nazionali e su quelli esteri, conquistati in misura sempre maggiore dalla sua qualità . Non a caso l'olio extravergine lucano à in attesa del riconoscimento, da parte dell'Unione europea di due Dop, la Colline del Vulture e la Colline Lucane. Interessante ed ampio il patrimonio varietale. Tra le specie autoctone più diffuse ricordiamo la palmarola, l'angellina, la ripolese, la pizzuto e la più conosciuta majatica di Ferrandina, impiegata non solo per produrre olio extravergine, ma anche per la preparazione delle olive da mensa. Queste varietà autoctone, ancora presenti negli uliveti più antichi, sono però diventate minoritarie rispetto a quelle provenienti dalle regioni limitrofe, soprattutto dalla Puglia. Tra le varietà importate, la rotondella e l'ogliarola barese sono quelle senza dubbio più conosciute.
da Cucina&Vini